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Disse Skeleton al dottore:
"Ho deciso di ingrassare
Mi dica lei, dunque, signore,
Quali mezzi posso adottare".
"Mmm – rispose il luminare –
"La situazione è assai complessa.
Non è facile ingrassare
Un uomo tutto teschio e ossa".
"Son disposto proprio a tutto
Pur di aumentare qualche etto.
Pasta, carne, pesce e prosciutto
E tiramisù prima di andare a letto."
"Bene, bene – disse il saggio –
"Se è convinto del suo viaggio
A trangugiare cominci pure
Carboidrati, lipidi, proteine e verdure!"
Fu così che per settimane
Skeleton mangiò a ogni ora
Gelati, cioccolato, caramelle e banane
Lasagne, tortellini, ravioli e frittura.
Ben riempita che ebbe la pancia
Si presentò dal dottore
Ma salito sulla bilancia
Fu colto da vero orrore.
Neppure un grammo aveva preso
Non c’era verso di ingrassare
Il suo destino era di restare
Per tutta la vita sottopeso.
"Ognuno è quello che è"
- disse il medico tranquillo -
"E motivo alcun non v’è
Per essere questo e non quello.
E poiché visto non s’è mai
Uno scheletro ciccione
Accetta così la condizione
Di ciò che fosti, sei e sarai."
All'elezione di Miss Orrore
Era presente tutta la popolazione.
Ma al momento della premiazione
Scoppiò una vera rivoluzione.
La Strega dell'Est che era giunta in finale
Per aver trasformato un giudice in maiale
Di perdere non ne voleva sapere
E si mise a pensare a che poteva fare.
E alla fine di dubbi e tormenti
A tutte le Miss fece cadere i denti
Con una magia perfettamente castata
In mostro trasformò persino una fata.
Dal canto suo la zucca gigante
- di portamento non troppo elegante -
Sulle candidate cominciò a sputare
Una poltiglia gialla che le fece sporcare.
E non contenta dell'operazione
Su tutte vomitò la sua colazione.
Così che le Miss già senza denti
Si trovarono sporche e puzzolenti.
Fu, poi, la volta della vampiressa
Pallida in volto e con le occhiaie rosse.
Che dal naso di ognuna fece colare
Sangue a fiotti per ore e ore.
I giudici, quindi, non sapendo che fare
Decisero insieme per chi votare
E il premio finale, corona e scettro,
fu consegnato a un vero rospetto.
Amalia la strega nel suo pentolone
Sta preparando un gran minestrone.
Da offrire ai bambini alle mamme e ai papà
E a tutti coloro che passan di qua.
Dentro borbottano grasso di ragno
Baffi di gatto, rane di stagno.
E poiché Amalia non vuol lesinare
Ha aggiunto anche aglio, zucchero e sale.
Per primo la assaggia il bianco vampiro
Che al primo boccone cade supino.
Amalia, infatti, non gli aveva detto
Che l'aglio all'interno era parecchio.
È, poi, la volta del topolino
Che ne spalma un cucchiaio sul suo panino.
Ma quando vede i baffi di gatto
Comincia a squittire e a dar fuori di matto.
Arriva lo zombie col colesterolo
Che chiede, si informa, annusa il paiolo.
E quando scopre del grasso di ragno
Gira sui tacchi con aria di sdegno.
Amalia delusa si ripete a mente
"La mia minestra non piace per niente".
E triste e abbattuta decide allora
Di buttarla tutta in mezzo all'aiuola.
Ma non fa in tempo a svuotare il pentolone
Che si avvicina un nero squadrone.
Son le formiche, lavoratrici speciali
Che raccolgono l'intruglio per i mesi invernali.
Jack, irlandese imbronciato,
dentro a un bar era seduto.
Quando proprio sul più bello
Arrivò uno spiritello.
"È giunta l'ora di partire
Nel mio mondo devi venire"
Ma Jack, che era furbo e astuto,
non ci pensò nemmeno un minuto.
E al diavoletto che lo chiamava
In questo modo rispondeva
"Vecchio diavolo che te ne vai
Per il mondo in cerca di guai.
Lascia almeno che l'ultima volta
Io mi beva un bicchiere di vodka
E poiché l'oste devo pagare
In un penny ti dovrai trasformare".
Il diavoletto, senza pensare
Che al suo aspetto non poteva tornare,
In un battibaleno si mutò
In una moneta che Jack intascò.
"Jack Jack ti prego, ti imploro.
A essere diavolo di nuovo
Tu ora devi farmi tornare
In cambio di ciò che mi vorrai domandare".
Jack, che di morire non ne voleva sapere,
gli chiese di non farsi più vedere.
Né oggi né domani né mai
Che lo lasciasse vivere senza procurargli guai.
Il diavolo, che non era poi così cattivo
Se ne andò punto sul vivo
E fino a che Jack campò
Sul suo cammino mai più lo incontrò.
Giunto all'età di 100 anni
Jack pensò che i suoi malanni
Potevano ora anche finire
E si preparò per partire.
Arrivato che fu al gran portone
Bussò e bussò per ore e ore.
Ma ad aprirgli nessuno arrivò
E Jack spazientito allora gridò:
"O diavolo che vivi lì dentro
Fammi entrare nel tuo antro.
Non vedi i miei capelli canuti
E che tutti i denti mi sono caduti?"
Sogghignando lo spiritello
Da una finestra del suo castello:
"Oh Jack, ma io non posso.
Tempo fa, infatti, ho promesso
Che se il mio aspetto mi restituivi
Ti avrei lasciato nel mondo dei vivi.
E ora che tu non ci vuoi più restare
Non so davvero cosa fare.
Meglio, perciò, se te ne vai
Per il mondo dove vuoi".
E nel proferir queste parole
Contro al vecchio tirò un tizzone.
Da allora narra la storiella
Che Jack con la sua fiammella
Erra in giro per le città
Quando cala l'oscurità.
E per non far spegnere il lumino
Jack si è creato un lanternino
Usando la zucca a mo' di lumicino.
Paco vampiro vestito di nero
Per parco giochi ha un cimitero.
La sua casa ha un aspetto cadente.
È fredda, vecchia e poco accogliente.
Non dorme in un letto con coperte e lenzuola
Ma in una bara di legno stretta e dura.
A colazione preferisce mangiare
Sangue di rospo lasciato essiccare.
Invece che storia e geografia
Studia magia e stregoneria.
E i suoi compagni non sono bambini
Ma lupacchiotti, mosche e neri gattini.
Paco vampiro sa anche volare
E in ciò che desidera si può trasformare.
Coprendosi tutto con l'ampio mantello
Vaga sui tetti come un pipistrello.
Paco vampiro da tutti temuto
È solo un bambino un po' sfortunato.
Che come gli altri vorrebbe restare
Con mamma e papà in casa a giocare.
Quando gli prende la malinconia
Dal viso una lacrima asciuga via.
E dentro al cuore il suo sogno più vero
Sono coccole, baci e affetto sincero.
In mezzo a un campo di Chissàdove
C'è una zucca gigante tre metri per nove.
Porta d'accesso per il maligno
Entrate attraverso il satanico ghigno.
Io ci son stata e vi voglio narrare
Del mondo incredibile con cui ho avuto a che fare.
Un mondo di streghe, mostri e vampiri
Di ragni, di gufi e di gatti neri.
Venite bambini. Non abbiate timore.
La città di Halloween non fa poi così orrore!
Ci sono i vampiri coi neri mantelli
Che di professione fanno i bidelli
Puliscono, spazzano e il loro mestiere
Consiste nel farsi dai bimbi obbedire.
Gridano, urlano, corron su e giù
Ma con gli alunni parlano del meno e del più.
Ed è da loro che gli studenti
Cercan rifugio dagli insegnanti.
Venite bambini. Non abbiate timore.
La città di Halloween non fa poi così orrore!
Ci sono le streghe che col buio profondo
Organizzano i party più belli del mondo.
Riunite insieme intorno a un gran fuoco
Cantano, ballano e suonano un poco.
Le loro feste piacciono a tutti
Buoni, cattivi, onesti e farabutti.
E se ci penso a cacciarle via
È stata soltanto la polizia.
Venite bambini. Non abbiate timore.
La città di Halloween non fa poi così orrore!
In questo mondo all'incontrario
Ho visto uno scheletro nel suo sudario.
Stava cercando di spiegare al suo cane
Che la sua costola non gli poteva donare.
Ma la bestiola non capendo il motivo
Guardava il padrone interrogativo
E nella sua testa si chiedeva perché
"Di tante ossa nessuna per me"!
Venite bambini. Non abbiate timore.
La città di Halloween non fa poi così orrore!
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